I VINI FIRRIATO SULL'ETNA

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carricante

storia

L’archeologo Domenico Sestini è il primo, nel XVIII secolo, a parlare delle origini di questo vitigno nato tra le sabbiose terre di Castiglione di Sicilia. Oltre all’etimologia, legata alle rese elevate e alla costante produzione di grappoli (tra i 5.600/5.800 kg per ettaro), sempre attraverso Sestini sappiamo che, anticamente, i vini a base di Carricante erano lasciati a riposare sulle fecce all’interno delle botti per indurre la fermentazione malolattica e smussarne la spalla acida.

diffusione

Nell’isola, la coltura del Carricante è circoscritta alla parte orientale, nel catanese soprattutto, con una presenza maggiore sui versanti a est e a sud dell’Etna. Diffuso anche in altre zone d’Italia, dei circa 264 ettari di vigneto destinatigli nel 2008 a livello nazionale, 101 erano in Sicilia.

descrittiva della pianta

I grappoli si presentano di medio-grossa dimensione, con una forma cilindrica lievemente conica, di medio spargolo. L’acino ha un colore giallo tendente al verdolino, con lievi sfumature aranciate.

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Nerello Cappuccio

storia

Crescendo, la chioma di questa particolare varietà va a “incappucciare” i grappoli, ricoprendoli totalmente. Da qui Nerello Cappuccio, vitigno identificato nel XVIII secolo attraverso studi ampelografici nella zona del catanese e che troviamo impiantato, a una latitudine tra i 350 e i 900 metri s.l.m. Protagonista in passato di una prospera coltivazione, venne sempre più accantonato fino a rischiarne la scomparsa; tuttavia, oggi, Firriato, ne ha riconosciuto le apprezzabili qualità in vinificazione: il calice che ne deriva è pura espressione dei territori inospitali e ricchi di sostanza organica dell’Etna, il vulcano più alto d’Europa.

diffusione

È alle pendici dell’Etna, che il Nerello Cappuccio trova le condizioni ottimali per la sua maturazione tardiva. Meno diffusamente, lo incontriamo anche nei territori di Agrigento, Enna e Caltanissetta, con qualche sporadica presenza nel messinese e nel ragusano.

descrittiva della pianta

Il grappolo è mediamente lungo e gli acini, ben compatti, presentano una superficie pruinosa di colore blu scuro.

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Catarratto

storia

È il frate e botanico Francesco Cupani, nella sua opera Hortus catholicus, il primo ad accennare alla coltivazione del Catarratto, ne rintraccia due tipologie, il Catarratto Bianco Comune e il Catarratto Bianco Lucido, ma più recenti studi ampelografici e analisi del DNA hanno rivelato come si tratti di due cloni della stessa varietà. Altri studi e ricerche hanno altresì confermato il Catarratto come progenitore, insieme allo Zibibbo, di un altro vitigno a bacca bianca tipico dell’isola: il Grillo.

diffusione

Se non stupisce che altre regioni italiane ne registrino l’allevamento, ci si potrebbe sorprendere scoprendo che questa varietà, molto concentrata tra le province di Trapani, Palermo e Agrigento (con una presenza nell’area dell’Etna), è, seppur in minima parte, coltivata anche in California. L’ecletticità delle condizioni pedoclimatiche dei terroir in cui è impiantata rende l’idea di uno spirito di adattamento tale da permetterle di crescere persino alle pendici dell’Etna, dove è vendemmiata tardivamente rispetto agli areali della Sicilia occidentale.

descrittiva della pianta

Il grappolo si presenta di medio-grosse dimensioni con sviluppo piramidale. Gli acini sono compatti e sferici, di colore giallo con sfumature verdi.

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Nerello Mascalese

storia

Nerello Mascalese da Mascali, una piana sulla parte orientale dell’Etna. Da lì venivano gli agricoltori che, intorno al 1800, lo menzionarono per prima volta. Oggi, attraverso le analisi ampelografiche del DNA, sappiamo come possa trattarsi del risultato di un incrocio naturale tra i vitigni Sangiovese e Mantonico Bianco.

diffusione

Questa varietà è coltivata soprattutto nel macro-areale dell’Italia insulare, nella fascia Mediterranea, con picchi nel circondario Etneo tutt’intorno alla provincia di Catania.

descrittiva della pianta

Il grappolo si presenta grande e conico, dalla buccia spessa di colore blu intenso e con un acino di media dimensione, lievemente allungato. La produzione, di norma abbondante, è concentrata nelle settimane a cavallo tra Ottobre e Novembre.