I VINI FIRRIATO SULL'ETNA
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carricante
storia
L’archeologo Domenico Sestini è il primo, nel XVIII secolo, a parlare delle origini di questo vitigno nato tra le sabbiose terre di Castiglione di Sicilia. Oltre all’etimologia, legata alle rese elevate e alla costante produzione di grappoli (tra i 5.600/5.800 kg per ettaro), sempre attraverso Sestini sappiamo che, anticamente, i vini a base di Carricante erano lasciati a riposare sulle fecce all’interno delle botti per indurre la fermentazione malolattica e smussarne la spalla acida.
diffusione
Nell’isola, la coltura del Carricante è circoscritta alla parte orientale, nel catanese soprattutto, con una presenza maggiore sui versanti a est e a sud dell’Etna. Diffuso anche in altre zone d’Italia, dei circa 264 ettari di vigneto destinatigli nel 2008 a livello nazionale, 101 erano in Sicilia.
descrittiva della pianta
I grappoli si presentano di medio-grossa dimensione, con una forma cilindrica lievemente conica, di medio spargolo. L’acino ha un colore giallo tendente al verdolino, con lievi sfumature aranciate.
- SPECIE: Vitis Vinifera
- VITIGNO: Carricante
- ALTRI NOMI: Catanese bianco, Nocera bianco.
- DATA ISCRIZIONE REGISTRO DELLA VITE: dal 1970
- EPOCA VENDEMMIALE: medio-tardiva da fine settembre a metà ottobre sull’Etna
- TERRENI DOVE PUÒ CRESCERE: Terreni vulcanici, con tessitura basaltica e presenza di argille allofane, con buona conduzione termica; Terreni collinari di matrice argillosa di origine marina.
- METODO DI COLTIVAZIONE: Controspalliera con potatura a cordone permanente speronato bilaterale (royat)
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Nerello Cappuccio
storia
Crescendo, la chioma di questa particolare varietà va a “incappucciare” i grappoli, ricoprendoli totalmente. Da qui Nerello Cappuccio, vitigno identificato nel XVIII secolo attraverso studi ampelografici nella zona del catanese e che troviamo impiantato, a una latitudine tra i 350 e i 900 metri s.l.m. Protagonista in passato di una prospera coltivazione, venne sempre più accantonato fino a rischiarne la scomparsa; tuttavia, oggi, Firriato, ne ha riconosciuto le apprezzabili qualità in vinificazione: il calice che ne deriva è pura espressione dei territori inospitali e ricchi di sostanza organica dell’Etna, il vulcano più alto d’Europa.
diffusione
È alle pendici dell’Etna, che il Nerello Cappuccio trova le condizioni ottimali per la sua maturazione tardiva. Meno diffusamente, lo incontriamo anche nei territori di Agrigento, Enna e Caltanissetta, con qualche sporadica presenza nel messinese e nel ragusano.
descrittiva della pianta
Il grappolo è mediamente lungo e gli acini, ben compatti, presentano una superficie pruinosa di colore blu scuro.
- SPECIE: Vitis Vinifera
- VITIGNO: Nerello Cappuccio
- ALTRI NOMI: Niureddu, Ammtiddatu, Matiddatu Niuru
- DATA ISCRIZIONE REGISTRO DELLA VITE: dal 1970
- EPOCA VENDEMMIALE: Varietà tardiva, dalla prima alla terza decade di settembre
- TERRENI DOVE PUÒ CRESCERE :Suoli collinari siccitosi dalla tessitura calcareo argillosa e vulcanici caratterizzati da una matrice franco sabbiosa con elevata capacità drenante
- METODO DI COLTIVAZIONE: Controspalliera con potatura a cordone speronato/Guyot nell'agro di Trapani e Controspalliera con potatura a cordone permanente speronato bilaterale (Royat) alle pendici del vulcano
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Catarratto
storia
È il frate e botanico Francesco Cupani, nella sua opera Hortus catholicus, il primo ad accennare alla coltivazione del Catarratto, ne rintraccia due tipologie, il Catarratto Bianco Comune e il Catarratto Bianco Lucido, ma più recenti studi ampelografici e analisi del DNA hanno rivelato come si tratti di due cloni della stessa varietà. Altri studi e ricerche hanno altresì confermato il Catarratto come progenitore, insieme allo Zibibbo, di un altro vitigno a bacca bianca tipico dell’isola: il Grillo.
diffusione
Se non stupisce che altre regioni italiane ne registrino l’allevamento, ci si potrebbe sorprendere scoprendo che questa varietà, molto concentrata tra le province di Trapani, Palermo e Agrigento (con una presenza nell’area dell’Etna), è, seppur in minima parte, coltivata anche in California. L’ecletticità delle condizioni pedoclimatiche dei terroir in cui è impiantata rende l’idea di uno spirito di adattamento tale da permetterle di crescere persino alle pendici dell’Etna, dove è vendemmiata tardivamente rispetto agli areali della Sicilia occidentale.
descrittiva della pianta
Il grappolo si presenta di medio-grosse dimensioni con sviluppo piramidale. Gli acini sono compatti e sferici, di colore giallo con sfumature verdi.
- SPECIE: Vitis Vinifera
- VITIGNO: Catarratto
- ALTRI NOMI: Catarratto Bertolaro, Catarratto Lu Nostrum, Catarrattu, Catarrattedu
- DATA ISCRIZIONE REGISTRO DELLA VITE: dal 1970
- EPOCA VENDEMMIALE: I-II decade di settembre (Favignana/Agro di Trapani), II di Ottobre (Monte Etna)
- TERRENI DOVE PUÒ CRESCERE: Calcareo-argillosi, calcarenite quaternaria con presenza di fossili marini, franco sabbiosi di matrice vulcanica
- METODO DI COLTIVAZIONE: Controspalliera con potatura a cordone speronato/Guyot, alberello appoggiato, controspalliera con potatura a cordone permanente speronato bilaterale (Royat)
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Nerello Mascalese
storia
Nerello Mascalese da Mascali, una piana sulla parte orientale dell’Etna. Da lì venivano gli agricoltori che, intorno al 1800, lo menzionarono per prima volta. Oggi, attraverso le analisi ampelografiche del DNA, sappiamo come possa trattarsi del risultato di un incrocio naturale tra i vitigni Sangiovese e Mantonico Bianco.
diffusione
Questa varietà è coltivata soprattutto nel macro-areale dell’Italia insulare, nella fascia Mediterranea, con picchi nel circondario Etneo tutt’intorno alla provincia di Catania.
descrittiva della pianta
Il grappolo si presenta grande e conico, dalla buccia spessa di colore blu intenso e con un acino di media dimensione, lievemente allungato. La produzione, di norma abbondante, è concentrata nelle settimane a cavallo tra Ottobre e Novembre.
- SPECIE: Vitis Vinifera
- VITIGNO: Nerello Mascalese
- ALTRI NOMI: Mascalese Nera, Mascalisi, Nerello Calabrese, Nerello Paesano
- DATA ISCRIZIONE REGISTRO DELLA VITE: dal 1971
- EPOCA VENDEMMIALE: Maturazione tardiva, vendemmiato anche fino a Novembre
- TERRENI DOVE PUÒ CRESCERE :Terreni vulcanici, con tessitura basaltica e presenza di argille allofane, con buona conduzione termica
- METODO DI COLTIVAZIONE: Ad alberello o controspalliera con potatura a cordone speronato bilaterale (royat)